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Eusèbio di Cesarea.

Il primo degli storici ecclesiastici, divenuto vescovo di Cesarea nel 313 circa. Scrisse una biografia di Panfilo. Appunto l'ammirazione per quest'ultimo caratterizza la posizione teologica di E. di C., il cui subordinazionismo, nel problema trinitario, lo portò a simpatizzare con Ario, che accolse presso di sé. Fu scomunicato nel Concilio di Antiochia (324). Ma l'anno dopo, a Nicea, accettò il termine consustanziale, perché gradito all'imperatore. E. di C. è famoso soprattutto per le opere erudite e storiche; tra le prime: l'Onomasticon, tradotto in latino e rimaneggiato da San Girolamo, e fonte preziosa di notizie; la Cronaca, in due libri, il primo di notizie sui grandi popoli dell'antichità (Caldei, Assiri, Ebrei, Greci e Romani), il secondo di vere e proprie tavole di sincronismi. L'opera maggiore è la Storia ecclesiastica, composta dapprima in 7 od 8 libri, poi aumentata, in varie riprese, a 10, seguendo il corso degli eventi politici, fino alla vittoria di Costantino su Licinio. Questa è la prima opera del genere e notevole è non solo l'impegno di E. di C., ma lo stesso fatto di aver ideato una storia della Chiesa come organismo a sé, benché concepita almeno come contermine con l'Impero romano (Palestina 265 circa - Cesarea di Palestina 340).